sabato 19 aprile 2014

Come pulire la cera d'api acquistata da apicoltori

Ciao a tutti,
oggi vi mostro come pulire la cera d'api che possiamo acquistare dall'apicoltore, quindi pura, meno costosa, ma spesso tutt'altro che perfetta e pulita. Si tratta spesso infatti di un blocco unico dal colore piuttosto gialla, un pò appiccicosa e molto profumata, con dei pezzi scuri in mezzo, che possono essere di diversa origine. Come premessa consiglio di osservare bene la cera d'api che avete in possesso: spesso dentro è presente propoli o comunque piccole imperfezioni non troppo estete, facilmente filtrabili dunque con questo processo, ma spesso aprendo il pezzo (a volte lo scarto è tutto nella zona interna), troviamo api morte o addirittura larve di queste: è bene capire quindi che cosa abbiamo di fronte, per valutare se è il caso di lavorarla per adattarla meglio all'autoproduzione di cosmetici o se come nell'ultimo caso riportato è meglio evitare anche questo. Qualora vi rendiate conto che lo scarto è solo concentrato in una piccola parta vi consiglio di non eseguire tutto il trattamento, e togliere semplicemente la porzione in questione, o per lo meno lavorare solo la parte da pulire, tenendo intatta tutto il resto. Consiglio questo se non altro per motivi pratici: non è un trattamento difficile e lungo, ma potreste trovare noioso il pulire i contenitori usati (cosa che, se possibile, anche io evito volentieri).
Vi mostro quindi come io ho effettuato la pulizia di questo prodotto, nel metodo che io trovo comodo e funzionale.


Innanzitutto vi mostro la foto del mio piccolo blocco di cera d'api prima di essere filtrata: presentava una parte interna più scura e piccole parti da rimuovere.


Come prima cosa ho immerso il mio blocco di cera dentro ad una pentola contenente acqua. La quantità di questa va valutata in base a quanta cera avete e al contenitore che userete dopo: io prima ho versato l'acqua nel vassoio (un normalissimo vassoio alto di alluminio, di quelli usati per congelare i cibi), senza arrivare al bordo, quindi ho usato quella stessa quantità per la pentola.
Potete fare questa operazione anche a bagnomaria.
Poniamo quindi sul fuoco a bassa fiamma per evitare l'immediato bollore.


Mano a mano che la cera si scalderà e inizierà a fondersi noteremo le prime impurità riversarsi nell'acqua. A questo punto, se non l'avete fatto prima, cercate di rompere in pezzi più piccoli il blocco di cera, per facilitarne lo scioglimento. Per fare ciò ho usato semplicemente un coltello, e mescolavo di tanto in tanto con l'aiuto di uno spiedino di legno (per poterlo poi buttare).


Una volta fusa completamente o quasi, la cera d'api si rivelerà essere un liquido ambrato piuttosto impuro (ciò dipende da com'era la cera in partenza), abbastanza profumato e, ovviamente, caldissimo! Prestiamo attenzione, dunque.


A questo punto possiamo iniziare a filtrare la cera. Possiamo usare un colino a maglie strette (come quello che ho usato io che vedete in foto), o un telo sottile che trattenga le impurità. Cerchiamo di togliere più parti possibili, prestando sempre attenzione a non bruciarci.


Possiamo ora travasare il liquido con estrema cautela in un contenitore resistente al calore (anche i contenitori tetrapack che vedete in foto vanno benissimo), e lasciamo a riposo per un paio d'ore, il tempo di raffreddarsi completamente.
Attenzione! Se ponete il contenitore all'aperto come ho fatto anche (ma meglio prendere questa precauzione anche in ambienti interni), coprite la cera con qualcosa (io ho usato un semplice vassoio), per evitare di attirare api e insetti.


Alla fine questo sarà l'aspetto della nostra cera d'api, che avrà le sembianze di una vera e propria lastra solida che galleggia sullo strato superficiale dell'acqua, dal colore biancastro e più o meno pulita, a seconda dell'attenzione riservata al momento del filtraggio.


Una volta sollevata attentamente dall'acqua, questo è il risultato.




Possiamo quindi ora tagliare la nostra cera d'api e quando completamente asciutta dall'acqua con la quale era a contatto, riponiamo in un barattolo o in uno strano di pellicola per conservarla.




E cosa rimane della nostra cera?
Sul fondo del contenitore e nell'acqua potremo trovare particelle e impurità che magari non siamo riusciti a filtrare, ma che a volte non si uniscono alla cera. Se la parte a contatto con l'acqua presenta numerose impurità attaccate raschiate quella parte con l'aiuto di un coltello.



Come spero si noti dalle foto la mia cera non è perfettamente pulita e limpida, questo perchè ho eseguito la lavorazione più per mostrare a voi i passaggi che per reale bisogno: fortunatamente il mio pezzo era sporco solo in una zona localizzata e se non avessi avuto la necessità di fare le foto avrei evitato di pulirla, limitandomi a togliere quella zona. Se la vostra cera ha proprio bisogno di una pulita approfondita, non siate frettolosi nel filtraggio! Se una volta solidificata notate che sono rimaste più impurità di quel che vi aspettavate, questa si può anche rifondere e rilavorare, ma per risparmiare tempo e cera (per quanto si presti attenzione una parte rimane sempre attaccata agli utensili usati), abbiate cura di lavorarla bene un'unica volta.


Questo è il mio metodo per filtrare e pulire la cera d'api, lo trovo semplice e veloce, anche se vi ricordo che essendo il prodotto più puro delle api, a meno che la cera non sia proprio piena di impurità è un processo che spesso si può evitare di fare, agendo in altri modi. Valutate voi insomma, in base all'entità della zona da eliminare!
Per qualsiasi chiarimento e informazione sono sempre disponibili tramite commento o mail privata!

                      Lalla


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