giovedì 22 marzo 2012

Il pH: uso delle cartine tornasole.

Torno tra voi con una lezione teorica per imparare a capirne di più sul pH, tanto citato quanto poco conosciuto, soprattutto da chi inizia ad entrare nel mondo dell'autoproduzione.
Il pH è una scala di misura che si usa per tutti i prodotti con soluzione acquosa e che va da acido forte (valore 0), a base forte (valore 14). Senza dilungarci sulla questione chimica del pH, riassumiamo le cose da sapere per capire se un prodotto ha il pH giusto per la nostra pelle.


Le cartine tornasole sono appunto delle strisce di carta (in rotolo, o già tagliate), in cui troviamo diverse zone colorate che ci aiutano ad individuare il ph della sostanza, secondo un modello base.
Per provare ad usare il pH usiamo dei prodotti che già possediamo in casa!
Immergiamo la cartina nel prodotto facendo in modo che le zone colorate vengano tutte a contatto con il prodotto, per qualche secondo (bagnamo con poca acqua i prodotti solidi come saponette), e osserviamo le strisce colorate (se necessario puliamo la zona con un dito).
Sulla confezione troviamo generalmente lo schema base dei colori che va da 0 a 14.
Avviciniamo la striscia della cartina ai vari quadratini e confrontiamo: tutte e 4 le zone devono coincidere.


Non è difficile, il terzo quadratino per esempio varia da giallo ad arancione: il gradiente di tonalità ci fa capire in che zona siamo, e così per tutti i colori. Se non troviamo una corrispondenza perfetta con le cartine, non preoccupiamoci, sapere solo che un prodotto ha pH tra 5 e 6 può farci capire se risulta troppo aggressivo per la nostra pelle o se è fisiologico.
Il pH va controllato a prodotto finito, per la stessa preparazione può essere necessario controllarlo anche più di una volta!


 
In linee generali possiamo dire che..
L'acqua ha pH 7 (ph neutro);
Il bagnoschiuma ha pH 5.5 (al massimo 6);
Il sapone ha pH basico;
Il detergente intimo ha pH acido (circa 5);
Una crema ha pH 5 (massimo 6): questo è il pH fisiologico;
I prodotti per i capelli hanno pH acido (4 o 5 massimo);
Il tonico ha pH acido;


Come regolo un pH non corretto?
Se il pH risulta troppo alto dobbiamo acidificare con l'aiuto dell'acido lattico o dell'acido citrico, usandone una goccia per volta fino ad ottenere il giusto valore (rimisurandolo quindi di volta in volta). L'acido citrico lo troviamo in due varianti: anidro e monoidrato. Alcune preparazioni necessitano dell'uno anzichè dell'altro (come nel caso delle bombe da bagno, per cui serve acido citrico anidro), per molte altre il loro uso è equivalente in tutto e per tutto.

Se invece il pH risulta troppo basso è necessario l'uso della soda caustica. Per preparare questa soluzione si mettono 20 grammi di soda caustica per 80 gr di acqua e si usa con l'aiuto del contagocce.

ATTENZIONE!
La soda caustica è un materiale altamente corrosivo e pericoloso per le falde acquifere, bambini ed animali. Inoltre i liquidi sopra la soda caustica vanno versati lentamente, in quanto questa potrebbe provocare una reazione con schizzi. Usiamo possibilmente dei guanti e laviamo con detersivo e alcool le stoviglie che entrano a contatto con questa sostanza, anche diluita. Mettiamo quindi la confezione in luogo protetto con etichetta chiara sul contenuto e sulla pericolosità.

Il mondo del pH è molto ampio: queste sono le linee generali che ci possono servire per creare al meglio i nostri prodotti senza danneggiare la nostra pelle. Ricordiamocene!


                                                                                                      Lalla


lunedì 12 marzo 2012

Come ricompattare un ombretto

Dopo il post su come creare un ombretto (se vuoi provarci, clicca QUI), molte di voi mi hanno chiesto come compattare le polveri per poter ottenere un ombretto più maneggevole e pronto all'uso. Il procedimento è molto semplice, e anche l'occorrente molto facile da reperire.
Ci serve infatti:
  • Pigmento da ricompattare;
  • Alcool per alimenti;
  • Cialdina o contenitore;
  • Olio simil siliconico;

Come prima cosa mettiamola polvere dell'ombretto su un piattino di carta e controlliamo che le polveri siano libere e non unite in granelli o schegge di prodotto. Se così fosse, sminuzziamole con un attrezzo. Uniamo quindi poche gocce di alcool per volta, con poche gocce di olio simil siliconico (tipo Greensyl di Camelis) usando il contagocce se fatichiamo a misurarlo, e mischiamo con uno stuzzicadente o una spatolina per controllare la densità del prodotto. Se il pigmento dovesse fare grumi, schiacciamolo bere per scioglierli. Dovremmo ottenere una pappetta non troppo densa, facilmente spalmabile, senza usare troppo alcool per non formare un composto liquido. Quindi preleviamolo e stendiamolo grossolanamente nella cialdina o contenitore apposta.
Se vogliamo spianare la superficie possiamo posare sopra un pezzo di carta stagnola e premere sopra con una moneta della grandezza giusta o con una superficie piana. Lasciamo quindi il nostro ombretto a riposare per 24 ore senza toccarlo, affinchè l'alcool evapori lasciano l'ombretto compatto.

Alcune persone si trovano bene utilizzando semplicemente alcool: il rischio è che il prodotto compattato sia meno stabile e si rifrantumi nuovamente, ma talvolta può andare bene anche l'uso di solo alcool.




Posso utilizzare questo procedimento anche con gli ombretti che mi si sono rotti?

Certamente, tutti gli ombretti (ma che le ciprie) si possono ricompattare, ricordiamoci di sminuzzare bene le polveri per un risultato omogeneo e perfetto!




                               Lalla


giovedì 8 marzo 2012

Miele con scorze candite

Eccoci qua di nuovo insieme nel giorno della festa della donna, in cui vi faccio i miei migliori auguri affinchè possa essere la nostra festa non solo l'8 marzo, ma bensì 365 giorni l'anno! Per approfondire il tema della posizione che la donna occupa attualmente in società (e purtroppo, a volte non occupa), consiglio a tutti la lettura di un saggio di Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, edito nel 1973 dalla Feltrinelli. A tutti buona lettura!

Riprendiamo ora il nostro percorso nel benessere con una ricetta particolare, che potrete usare sia sulla pelle che come dolce spuntino, in una versione rivisitata del classico miele.
Prepariamo infatti...

          Miele con scorze candite  
  • 3 arance;
  • 1 limone;
  •   500 grammi di miele;
 Che tipo di miele è più indicato?
Qualsiasi tipo di miele dal profumo delicato è adatto per questa ricetta: perfetti quindi il miele di girasole, di sulla, di acacia, di arancio.



Come prima cosa laviamo bene gli agrumi e iniziando prelevando le scorze: non è necessario rimuovere solo la parte arancione o gialla, anche la parte bianca subito sotto la scorza può esasere inserita nella nostra preparazione. Tagliamole quindi a piccoli pezzetti e stendiamole in un barattolo di vetro, alternando le scorze al miele, facendo in modo di ottenere strati non troppo sottili di questo: alla fine, le scorze dovranno risultare ben immerse. Quindi chiudiamo il barattolo e lasciamo per una settimana in un ambiente buio, mescolando tutti i giorni partendo dal giorno dopo della preparazione.

Il nostro miele con scorze candite è pronto.
Se conservato in luogo fresco e asciutto dura fino a due o tre mese, ricordiamo comunque di non togliere le scorse per conservarle a parte (in questo caro durano molto meno).

Sulla pelle risulta un ottimo detergente emolliente, da usare sul viso asciutto a capelli legati, massaggiando per qualche minuto il composto e sciacquando bene con acqua tiepida. Eventualmente anche usato come maschera per il viso si rivela un ottimo alleato!

Come spuntino possiamo stenderlo su fette di pane (eventualmente abbrustolite), o usarlo per guarnire gelati o come preparazione per dolci. Risulterà infatti piuttosto aromatico!

                                    Lalla